domenica 16 maggio 2010

SEZIONE E - NARRATIVA EDITA

1° Premio Ex Aequo
Valter Frazzoli "Omicidio alla Cadè" ed. Elis Colombini


Opera molto apprezzabile sul piano narrativo e linguistico. L’Autore, Valter Frazzoli, ha saputo mediare il linguaggio con l’epoca rappresentata, senza però trascurare l’immediata comprensione dello scritto. Trattasi della narrazione di vicende complesse, ricche della suggestione impressa da un periodo, quello rinascimentale, assai vivace: giochi di potere, trame oscure, crudeltà amorose che potevano costare la vita per una questione d’onore; il ruolo dei potenti nel manipolare la vita della piccola gente.
Narrazione che ben esprime il segno di segretezza, di oscurità indispensabili per vivere, con prudenza, in quei tempi. Scampare a ire che, come si scoprirà, travolgeranno alcuni dei numerosi e variegati personaggi. Costoro balzano fuori dalle pagine del romanzo vivi e scalpitanti e attraggono il lettore solleticando un certo spirito di parte.
                                        Anna Maria Gallo

1° Premio Ex Aequo
Maurizio Asquini "Dio ingannatore"
                                 ed. MPM Libri

Una breve storia, svolta nell’arco dell’infanzia di un bambino, che nell’intensità e nella molteplicità degli avvenimenti, vale quanto una vita intera.
La narrazione avviene in prima persona e il ragazzino può narrare o riferire soltanto dalle cose personali, fin dove si spinge il suo sguardo, cose di cui è testimone egli stesso. Un ragazzino “semplice” ma sveglio, che sa notare molte cose e intuirne altre. Diligentemente va a scuola e svolge i lavori di casa per aiutare la sua mamma. Ma verrà il giorno in cui Gabriele perderà la madre, da tempo malata. Attorno a lui si affolleranno difficoltà che potrebbero essere dure da superare, ma qualcuno, un uomo, crederà in lui e lo salverà. E’ una storia dal taglio inconsueto, a tratti persino tenera.
Buona scrittura, chiara e diretta che si fa immediatamente apprezzare.
Anna Maria Gallo

2° Premio
Leonardo Bonetti "Racconto d'inverno" ed. Marietti 1820

Un viaggio o la prosecuzione d’un viaggio. Non siamo tutti viaggiatori, talvolta senza una meta, come questo sbandato in fuga dalla guerra, che si trova ad atterrare in una strana casa, accolto da un ospite più strano ancora.
Un viaggio che diventa viaggio dentro di sé, incoraggiato dal giovane canuto che appare e scompare per lasciare il posto ad una sorella reale/irreale (o potrebbe essere l’uno il doppio dell’altra?). Il contrario di tutto, ma solo ai suoi occhi, parrebbe dargli testimonianza d’una realtà sfuggente.
Ma nel suo addentrarsi, ad andar per sotterranei, cantine della casa dove si odono gorgoglii di acque sotterranee e invisibili (talvolta) vien facile pensare a “La caduta della casa degli Ushers”, fratello e sorella legati da un sentimento morboso, guardiani anch’essi di una casa che va scivolando sempre più giù in un magma indecifrabile, verso la fine. Edgard Allan Poe aveva iniziato ad avvertire la presenza dell’irreale, terribilmente reale perché sempre presente tra noi. Morti/vivi, esistenze vere nel loro aggrapparsi a esistenze di altri corpi materiali.
Romanzo interessante, stile accattivante e coinvolgente, che provoca poco alla volta, un insensibile aumento della tensione, una sospensione nell’angoscia, l’irrequietezza che spinge il soldato nei suoi passi al buio, un attimo prima di intravedere la luce.
Anna Maria Gallo


3° Premio
Giuseppe Poli "Arrivato per posta" Storia di due, mille vite - ed. Il Filo

Il protagonista, Vincenzo, è un impiegato consolare che riesce a strappare un sorriso per la sua debolezza verso la moglie, ma vien forse più da compatirlo. In ufficio egli è ben più deciso, più duro e quando gli riesce di appropriarsi dell’insolito contenuto del pacco postale, che tutti rifuggono per una superstizione non facile da respingere, sembrerebbe che si sia creato un’isola personale, che abbia trovato un compagno oppure un alter-ego. O forse un desiderio di rivincita, di evasione in un giuoco di fantasticherie?
Ambientazione originale e anche insolita e realizzata a ragion veduta, poiché l’Autore, per molti anni, ha praticato l’ambiente descritto. Insolita perché invece del lustro delle ambasciate, viene proposto il lato meno prestigioso, più oscuro degli uffici amministrativi e delle pratiche noiose.
La narrazione va avanti con scioltezza, ironia e una certa eleganza di stile.
Anna Maria Gallo


Segnalazioni:

Luca Cantarelli
"L'urlo del   grano" EdiGio'


Sebbene non perfettamente compiuto, lo sforzo di rievocare il clima e la società dei primi anni '50 del secolo scorso, è notevole.
Formalmente ben scritto trascura, forse volontariamente, una fedele ricostruzione dei particolari evitando d'appesantire il modo pedantesco la ricercata fluidità di linguaggio.
il rapporto fra la fruizione pubblica ed il privato del protagonista, è trattato con delicatezza ed adesione personale.
IVO FOGLIASSO

Franco Calandrini
"Io non so fare niente" racconti
    Giovane Holden Edizioni


Sedici racconti che intendono presentare un mondo contemporaneo, filtrato da una visione particolare, quasi obliqua, tesa a svelarne più i paradossi che la quotidianità.
E' rimarcabile lo sforzo - anche se non sempre perfettamente  riuscito - di rendere semplice una narrazione complessa, obiettivo di ogni autore importante.
E' da sottolineare l'originalità delle scelte narrative operate dall'autore.
IVO FOGLIASSO

 Giuseppe Calocero    
"Il dolce sapore del cielo" Ed. Il  Filo


Cosa sarebbe la vita senza un pizzico d'utopia?
Costruire un mondo nuovo non è facile, neppure se lo si costruisce in un libro. E' questo lo sforzo che l'autore si è proposto, utilizzando un linguaggio caratterizzato da entusiasmo e costante ricerca di solarità e di ottimismo.
l'entusiasmo riesce a mitigare l'inevitabile confusione ideologica, che lo sforzo poetico supera ed intende superare.
IVO FOGLIASSO



La giuria: Anna  Maria Gallo, Ivo Fogliasso

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